Sapete chi è il calciatore più forte della storia del Bari? Non c’è solo Antonio Cassano, scopriamo numeri, statistiche e curiosità più da vicino.
Nonostante la squadra stia attraversando anni difficili, nella sua storia ha vissuto anche tanti momenti di gloria con presenze in Serie A e tantissimi talenti lanciati nel calcio che conta.

Diventa interessante andare a vedere quelli che sono i calciatori che sono stati convocati in nazionale, durante il periodo di permanenza con i galletti. Tra gli italiani troviamo Tommaso Maestrelli, Giuseppe Moro, Gianluca Zambrotta e Leonardo Bonucci, ma soprattutto Raffaele Costantino che non solo è quello con più presenze (6) ma anche con più gol (3).
Ci sono sei calciatori, compreso Bonucci, che sono stati convocati al Mondiale mentre erano al Bari e cioè l’argentino Nestor Lorenzo nel 1990 e il connazionale Edgar Alvarez nel 2010, ci sono poi i marocchini Rachid Neqrouz nel 1998 e Walid Cheddira nel 2022. Concludiamo con Phil Masinga che andò col Sudafrica a Francia 1998.
Se facciamo lo stesso discorso invece per l”Europeo troviamo per il 1992 l’inglese David Platt, per il 2000 gli svedesi Daniel Andersson e Yksel Osmanovski e per il 2024 il rumeno George Puscas. Non possiamo però negare che il calciatore che più di tutti ha fatto la differenza poi crescendo e cambiando maglia è di certo Antonio Cassano.
Antonio Cassano, l’esplosione all’improvviso
Antonio Cassano è nato con il calcio che gli scorreva nelle vene, tanto che viene alla luce il 12 luglio del 1982 giorno in cui l’Italia si diploma campione del mondo in una straordinaria avventura in Spagna. Cresciuto nelle giovanili del Bari debutta in Serie A ad appena 17 anni e il suo impatto è devastante. A puntare fortissimo su di lui è Eugenio Fascetti che ne riconosce subito il talento e lo fa debuttare l’11 dicembre del 1999 in un Lecce-Bari perso per 1-0.

La giornata seguente di campionato è però quella che gli permette di finire sulla bocca di tutti. Fascetti mette titolari Enyinnaya e proprio Cassano, la gara finisce 2-1 con gol di entrambi. La rete di Cassano diventa uno spot del calcio con lo stop a seguire che mette a sedere Laurent Blanc e una naturalezza di tocco davvero impressionante.
Anni dopo nel libro scritto con Pierluigi Pardo, Dico Tutto, Cassano svela: “L’ultima cosa che ho in mente è l’ottantottesimo minuto della partita, il lancio di Perrotta, l’unico che gli è riuscito in carriera tra l’altro, ancora lo prendo in giro, cinquanta metri perfetti, l’aggancio di tacco, avevo preso in velocità Blanc che stava rientrando, Panucci veniva in diagonale, ho fatto passare la palla tra i due, sono andati dritti al bar, ho chiuso sul palo corto, poi ho visto la curva sempre più vicina, e il boato. Ero nato“.
La crescita ed esplosione di Cassano
Due anni straordinari in Serie A di Antonio Cassano al Bari e poi la lotta serrata tra Roma e Juventus per prenderlo. Ottanta miliardi per portarlo via da Bari ad appena 19 anni, la sensazione che stava nascendo un altro grandissimo campione a livello di Baggio, Totti e Del Piero.
Proprio con Totti si capisce alla perfezione, vivendo degli anni importanti anche se senza grandissimi successi in fatto di trofei. Nel 2006 poi il viaggio verso il Real Madrid dove il carattere a volte eccessivo compromette la sua carriera parzialmente.
Parzialmente perché giocherà, e bene, in nazionale per 39 volte segnando 10 reti e ancora vestirà maglie prestigiose come quelle di Sampdoria, Milan, Inter e Parma. La sensazione generale però rimane che avrebbe potuto fare davvero molto di più per il talento innato che scorreva nei suoi piedi e che lo ha accompagnato per tutta la carriera. E questo lo sa anche lui.
 
 




